Cosa vivono i nostri cuori

Ma tu come stai? Di sfuggita, la risposta, arriva verosimile ma non vera. Letti di fiumi di parole asciutti come pozzanghere ad agosto, dentro. In bilico, pieno, stretto e diviso il mondo. Ma mai del tutto. Viste da dietro, da davanti, dal lato le cose cambiano sempre, sembrano altre. E pure le persone. Quindi molto dipende da dove tieni piedi e sguardo, vicino e lontano. Baricentro e cuore, fiducia vestita di razionalità. Tra una nuova coalizione internazionale, l’ennesima risoluzione, l’interpretazione i cuori di sfuggita non raccontano cose simili. Ma tu come stai?

In questo buio di milioni di luci accese sempre più care da tenere su com’è che la luce è per pochi e di buio ce n’è per tutti. In questa guerra in cui si lotta per appropriarsi dell’apparenza migliore, per buttare giù qualcuno dal primo gradino e mettersi il suo sorriso, in questa guerra in cui attendiamo solo di capire quanto ancora si possa essere fragili e indifesi per il clima stravolto, per invisibili virus, per potenti che puntano il dito e poveracci che si sentono autorizzati a puntarci addosso un futuro che non avremmo voluto.

In questa disinformazione generalizzata che smonta ciò che pensiamo, sentiamo e poi crediamo per farci decidere cose che non vorremmo. Il mouse si muove sopra titoli trabocchetto e mezze verità, offerte speciali. Scelte difficili. Eppure ci sentiamo tutti verità intere e nessuno vorrebbe giudizi, come credere a quelli sugli altri? Vorremmo essere ricordati, eterni, per tutti i semi che abbiamo piantato e le buste della spesa portate in famiglia. Cose così. Come se quei titoli fuorvianti nessuno non ce li avessi messi. Brave persone come chi ci ha amato sa. Il cuore non soffre la disinformazione.

E tu come stai? Lì in mezzo, nella strada di qualcun altro e fingi di non aver capito la differenza tra motivazione e determinazione. Sopporti un passo dopo l’altro ma vorresti tornare in direzione che non sai, dove hai immaginato. Perché quello è sempre il posto migliore, anche se non esiste. Stringere qualcuno, televisioni spente, delle scuse in ritardo forse, sorridere con le lacrime stese ai lati degli occhi che brillano, la voglia di fare nelle vene dà il senso al cuore che pompa.

Fare, fare abbastanza, e sentirlo. Per questo siamo così. Per questo a volte non ci sentiamo a posto.

Io come sto? Ti dico quello che vuoi, se vuoi, che puoi portarti addosso, quello che ti interessa dai. Con queste righe ti scrivo ritagli di pensieri venuti male da un andirivieni fermissimo. Arrivo dritto dalla fine, una delle mie. Con un dolore, dieci, come dei calci presi nello stomaco ed occhi consumati da troppo niente che non sanno più dove guardare vogliono solo chiudersi. Con un dolore, dieci, sono tutte volte che ho imparato e non ho sprecato. Io che aspettavo, pazze idee che mi sono fatto. Sono solo all’inizio. Si aspetta sempre la vita non la si precede mai. A volte ci si trova fuori dai binari, duri per difendersi e tuttavia indifesi. Che ti devo dire. Giorni lunghissimi e futuri incerti, energie spese per trattenere lacrime. Perché poi viene giù tutto, si fa la conta di chi e di quello che non c’è e si distruggono anni di lavoro di sé. Sperando sia abbastanza, razionando e dando tutto. Salutando, senza appelli. Strappando soltanto per sopravvivere. Come sto? Prigioniero, libero di andare e sto qua perché ho finito di credere che sia il posto a fare la differenza.

Cerco i vostri cuori, immagino. Disarmo e ed esplosioni nucleari di sentimenti, “X” giornaliere belle grandi su certi giorni, espressioni incommentabili sui saldi dei conti correnti, stanchezze che stanno in piedi grazie agli elastici agganciati alle orecchie, confusione per notizie che cambiano la vita a piccole dosi, a settimane. Un momento dai gas e il momento ti devi trattenere perché costerebbe troppo. Intanto guadagni centimetri. Usi i piedi, l’ingegno. In questo buio di milioni di luci accese i cuori ci pagano la bolletta.

Non scivolare via. Urla e se non ce la fai più fai tremare il quadro sulla parete, girati e guarda la mia piccola luce. Mi viene da scoppiare e di fermarmi, che non basta lo so, ma mi viene una forza incredibile perché so che il cuore non me lo permetterà. A dire il vero non credo nel genere umano ma faccio singole eccezioni perché i cuori non soffrono la disinformazione e a quanto pare i nostri, che si vedono anche al buio, si sono molto ben informati.

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