Ama, proteggi, sbeccati, rifai i calcoli, ricomincia ad amare

ama proteggi fabio pinna

La parte più importante è quella che non sai spiegare, che non si può più rifare. Mezzo giro sui tacchi. Questo posto è sempre lo stesso, è casa o te lo farai bastare, le spalle al muro e la condensa del frigo che se ne frega. Dove vorresti andare, questo posto è una possibilità e una trappola qualsiasi. Siamo fatti per nascere in un posto qualsiasi e poi spostarci in un posto qualsiasi e desiderare di andare in un altro posto qualsiasi e, prima che sia troppo tardi, tornare nel posto qualsiasi dell’inizio. Siamo fatti per mettere in un posto qualsiasi quello che manca con ciò che siamo. La parte più importante è quella che non lascia troppe scelte davanti, un giro completo di tacchi. Avanti o dietro.

Questo posto è sempre lo stesso, un codice postale e spruzzi di onde che scrostano le vernici dei cancelli, raccomandate che ci raggiungono sempre e persone che ci evitano sempre, odore di Ace gentile per casa e di polvere sulle tende. Un civico da mettere in ordine, da tenere agibile. Dove vuoi tornare, dove vuoi inciampare per sbaglio, chi ti deve rialzare. Hai aperto il frigo e sei già scivolato sulla condensa che gocciola.

La teoria la studi una volta, la pratica tutti i giorni. Fai quello che nessuno ti ha detto e che sai, quello che ti rende umano tutti i giorni. Quello che anche se ti sposti da un posto qualsiasi all’altro non sposta niente.

Se scappi lei ti rincorre, recuperare è la parte meno importante, poi ti stanchi, poi si stanca.  Sarebbe stato meglio stare per terra davanti al frigo aperto, davanti agli occhi chiusi. A scattare fotografie mentali che vengono con il cuore mosso. Ma qui. A disegnare scorciatoie per l’infinito, evitare le frontiere delle cose che raccontiamo, delegare al silenzio la parte più importante.

Questo posto è sempre lo stesso, la confusione, la carenza di parcheggi persino dentro la coscienza, la cenere di una sigaretta al vento e la pelle morbida di un bambino che non possiamo abbracciare. Trema da sotto la terra, trema di paura dalle metropolitane, trema dal dubbio dai voli decollati, trema dai marciapiedi abbelliti con i fiori e dai mercati illuminati a festa. Un brivido, la capacità di vivere senza cuore non ci appartiene, sappiamo al massimo puntare un dito o chiudere una porta e chiuderci nel nostro civico. Questo posto è sempre lo stesso, non ci sono più posti diversi, la luce va e viene e rimane scortese morire.

La parte più importante è quella che non c’è mai stata. L’abbiamo messo noi. Ama, proteggi, sbeccati, rifai i calcoli, ricomincia ad amare. Ma qui.

E ci è piaciuto ai cuori.

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